Una voce asiatica

Una voce asiatica

 

 

Mentre scende la sera… nel piccolo campo di un gregge, in alta montagna, ai pascoli estivi del Tagikistan, in Asia Centrale, Mansur Tanokov versa del caldo tè verde da una vecchia teiera in alluminio in compagnia dei suoi assistenti per condividere e raccontarsi le avventure della giornata, sono tutti pastori e così vivono da generazioni. In lontananza nell’oscurità, i loro cani incominciano a pattugliare incessantemente tutta la zona circostante, con il loro caratteristico latrato.

 

la tenda

 

Un po’ di anni fa, ho avuto la fortuna di osservare da vicino diversi cani orientali nel loro luogo di origine. Ho potuto conoscere i Dingo della lontana Australia, ho visto direttamente i Pariah dell’India e delle remote Isole Andamane, i cani randagi indonesiani e quelli delle montagne del Nepal.

 

cane Pariah delle Isole Andamane

 

 

Dopo aver visto alcune “razze” aborigene d’oriente sono arrivato infine ai cani dell’Asia Centrale e questo è un mio personale parere:

 

Osservare con ostinazione i soggetti presenti in Asia Centrale non sempre rende bene l’idea di come deve o non deve essere il nostro pastore. Con un’eterogeneità così ampiamente distribuita ed una popolazione così vasta, farsi un’idea precisa è quasi eresia.

 

Tuttavia se si lascia una “finestra aperta” su altre “razze” ancora più diffuse ed ampiamente distribuite, verso oriente, come per i primitivi Dingo dell’Australia  e i Pariah dell’India, balza all’occhio una fondamentale caratteristica che accomuna tutti questi cani: l’asiaticità.

 

Dingo del Northern Territory

 

 

“Asiaticità” che significa che il cane in questione deve sempre ricordarci che si tratta di un animale appunto asiatico e che nonostante le dimensioni e i colori del manto che possono essere anche molto diversi, nell’insieme del fenotipo il nostro soggetto dovrà sempre “dirci” che arriva da cani di tipo “asiatico-primitivo”. Molto in generale, questo lo si nota da diversi tratti che macroscopicamente sono riconducibili a tutti i primitivi orientali:

 

Il taglio degli occhi spesso è proprio a “mandorla” anche se nello standard di razza (russo) si parla di occhi tondi, i cani asiatici hanno occhi più simili a quelli del lupo e degli altri cani primitivi.

 

maschio di Asia Centrale di guardia

 

 

 

Il muso mai troppo “tozzo” ma sempre un po’ "affilato". La dentatura completa e ben sviluppata con il primo premolare della mascella inferiore il più evidente possibile e i canini della mascella superiore inseriti a V rovesciata lunghi e taglienti come quelli dei lupi, ovviamente con chiusura a forbice.

Ossatura degli arti mai troppo pesante, petto mai troppo largo, tronco leggermente lungo, leggera “levrettatura” del ventre con una corda non troppo abbondante, coda (se integra) a falce o arricciata.

 

 

Il comportamento e il latrato:

 

Ma le caratteristiche più importanti sono quelle che riguardano il carattere e gli schemi comportamentali, sulle quali si potrebbe scrivere tantissimo ma di cui mi pare doveroso un accenno ad alcune peculiarità:

 

Un comportamento apparentemente schivo, tranquillo, che ad una prima impressione rivela un’ ingannevole indifferenza, tipica della proverbiale riservatezza orientale, che in realtà si traduce in un silenzioso attaccamento al padrone da una parte, ma anche in una sorta di rituale valutazione messa in atto prima di sferrare un attacco inferocito ad eventuali estranei.

 

Un cane asiatico lo si distingue anche dalla “voce”, infatti nella maggior parte dei casi, questi cani presentano un latrato dal timbro piuttosto “metallico” che si discosta a livello sonoro anche di molto dal classico abbaio “sordo” e “profondo” dei grandi molossi dell'ovest.

 

Se si ha la fortuna di vivere un po’ con loro, si capisce fin da subito il variegato assortimento di suoni e vocaleggi di cui essi dispongono e che questi animali riescono ad esprimere a seconda del loro umore: felici, arrabbiati o semplicemente entusiasti di vederci. 

 

Potrà sembrare banale ma questa ampia capacità espressiva (ululati compresi) sembra quasi scomparsa nei soggetti occidentali.

 

cucciolo di Mansur

 

 

La mia opinione è che il Pastore dell’Asia Centrale, questo non và mai dimenticato, soprattutto nel carattere, è un cane asiatico che ricorda il tipo primitivo a tutti gli effetti, e che oltre a ricordare altri cani orientali nell’essenza dei tratti fenici, spesso lo si riconosce semplicemte ascoltandone i suoi latrati ed ululati, quasi ferini…

 

Quasi sempre distinti in quella loro "metallica e antica voce” che accompagna il sonno dei pastori dalla notte dei tempi, dopo un sorso di tè!