La storia di Manta, giovane “aborigena” dal Tagikistan

La storia di Manta, giovane “aborigena” dal Tagikistan

Manta nella steppa all'ombra.

 

…è mattino presto quando Mansur mi mostra una giovane femmina malnutrita e piena di parassiti che si trova all’ombra di un muro di argilla secca di una masseria isolata nella steppa: siamo nella regione del Dangara, è estate e in questo periodo dell’anno ci sono già almeno 30 gradi di caldo. All’orizzonte un piccolo pascolo molto brullo è assediato da circa un centinaio di pecore…

 

Pascolo nella regione del Dangara...

 

Eravamo tornati il giorno prima dai pascoli verdi in alta montagna, dove Mansur mi aveva chiesto se volevo comprare un suo cane. Ero indeciso: i suoi Pastori dell’Asia Centrale aborigeni erano tutti bellissimi e soprattutto con un’attitudine al lavoro di guardia del gregge a dir poco eccezionale. Ma alla fine la mia vocazione di Naturalista aveva prevalso: meglio lasciare quei cani così utili a chi ne aveva veramente bisogno. Meglio lasciarli lì, perché togliere un cucciolo adolescente di 5 mesi, sano e perfettamente ambientato nel suo mondo e nel suo branco, mi sembrava molto triste.

Così (dopo aver trascorso nella mia tenda un’orrenda notte insonne) dissi a Mansur che avrei portato con me in Europa solo un cane bisognoso, un cucciolo sfortunato, da curare.

 

Manta deve bere...

 

I “cani aborigeni”, quelli che lavorano con il gregge nel paese d’origine, sono attualmente i cani a cui tutti gli allevatori europei  ambiscono e che cercano di importare ad ogni costo. C’è chi ha speso cifre esorbitanti per riuscire ad averne uno nel suo allevamento e sò quanto questi cani siano importanti per aggiungere “sangue fresco” alle ormai “rovinate” discendenze pluri-titolate dell’Est Europa.

Per importarne uno basta avere tanti soldi e  almeno un contatto con un qualche mediatore.

Ma questo si sà, la comodità ha il suo prezzo!

 

Più di 18 ore di asino per salire in quota!

 

E’ diverso viaggiare di persona in Asia, andare a vedere il lavoro con le greggi in alta montagna, percorrere ore a dorso d’asino, rischiare gli attacchi dei cani, dormire in una tenda e tra mille peripezie, molto rischiose, scegliersi un cucciolo direttamente insieme al pastore e in mezzo a tanti altri!

Rifondare i pastori con una somma equa e soprattutto cercare di capire quale cane è il cucciolo in questione, che cosa fa, come lavora e come si comporta e non per ultimo chi sono i suoi gentiori e a quale branco appartiene.

 

I cuccioli del pastore Mansur al pascolo in alta quota.

 

No, non mi sembrava giusto strappare un cucciolo di 5 mesi dal suo branco e dal suo pascolo…

Ma per Manta, la storia era diversa…

Quando Mansur me la indicò, la cucciola riuscì a malapena ad alzarsi in piedi, e capii subito che quel cane al sopraggiungere del rigidissimo inverno tagiko non sarebbe sopravvissuto.

Chiesi perchè si trovava in quelle condizioni e mi venne risposto che era stata cresciuta male dalle persone (molto povere) alle quali era stata affidata.

Annualmente i pastori si scambiano cuccioli da un branco all’altro perchè non tutti i cani tornano dai pascoli in quota, molti soccombono per difendere il proprio gregge.

Solo chi ha avuto il minor numero di perdite regala alcuni suoi cuccioli a chi è stato più sfortunato, che altrimenti cadrebbe in disgrazia… Manta era un regalo di un altro pastore a Mansur, il quale sucessivamente l’aveva affidata ad una famiglia poverissima.

Decisi in un attimo e la caricai nella macchina con pulci e mosche succhiasangue al seguito!

 

Il pastore Mansur Tanokov con Manta durante il ritorno a Dushanbè.

 

Ritornati a Dushanbè dopo 2 ore di viaggio in auto, Amir, il gentilissimo presidente del Club Cinofilo Tagiko mi aiuta nella costruzione di una “cassa di legno” per poterla imbarcare la sera stessa sul volo di ritorno in Italia!

Dopo un imbarco a dir poco rocambolesco ed un volo di quasi 6 ore, atterrati allo scalo di Riga, fui richaimato dal capitano dell’aereo che chiese di chi fosse quel cane che si aggirava nella stiva completamente libero… fui il primo a scendere e, con il cuore in gola, recatomi sotto alla “pancia” del velivolo, l’addetto alla sicurezza mi fece entrare a cercare la mia “aborigena” che aveva rotto 2 assi della cassa di legno, ed era uscita gironzolando per tutto il volo nella stiva! Immaginate  la mia sorpresa quando, in un frastuono di motori accesi, riuscii a  trovarla tra i bagagli che ringhiava!!!

Aggiustata la cassa alla “bella e meglio”, dopo aver fatto mille raccomandazioni agli addetti, imbarco di nuovo Manta, questa volta per altre 3 ore di aereo che ci porteranno a Milano!!!

 

La cassa in legno di Amir.

 

Manta mette le zampe sul territorio italiano!

 

Sono le 4 del pomeriggio quando sbrigate le formalità doganali il mio più caro amico mi viene a prendere all’aeroporto;  la mia nuova cagnolina ha già messo le zampe sul territorio italiano e la prima cosa che riesco a comprarle è un hamburger di Mc Donald… primo pasto occidentale! …trangugia tutto con una fame atavica!

 

Primo pasto occidentale: Mc Donalds...!

 

La poveretta infatti è molto magra, con gli occhi fuori dalle orbite e una miriade di parassiti da debellare, ma in pochi giorni, dopo i primi trattamenti e le prime cure, guadagna velocemente vitalità e forza.

 

Serena e Manta in Puglia!

 

Siamo ormai ad agosto quando io e Serena decidiamo di portarla con noi in vacanza, in Puglia, dove la nostra piccola “aborigena”, sotto l’ombrellone fà già una guardia spropositata al nostro piccolo “accampamento”in riva al mare!

 

In vacanza con l'aborigena!

 

Il risveglio in riva al mare!

 

Prima nuotata...

 

Oggi Manta è raddoppiata di peso, pur rimanendo una femmina dalle dimensioni contenute, è alta 65 al garrese e pesa circa 35 kg.

 

Manta in Oltrepò

 

Fisicamente è una vera statua, è nata con la coda già corta e non ha alcun minimo difetto a livello di articolazioni… ha due occhi a mandorla bellissimi e un muso da lupo molto affascinante… Sì, affascinante! Quello che colpisce di più in lei è il fatto di essere affascinante, per un insieme di caratteristiche particolari che si trovano solo nei cani primitivi e negli asia autoctoni che ho visto in Tagikistan.

Manta è come un cane selvatico…

Ma quello che di lei è stupefacente è il carattere, è molto acuta, capisce tutto almeno 3 minuti prima!

 

Ama fare la guardia dal punto più alto possibile!

 

Oggi ha appena concluso il suo primo estro, vive qui con noi, dorme nella stalla insieme a 5 pecore e passa le giornate libera con loro nel mio terreno e gioca con la sua amica inseparabile Cheetah, una femmina di Pastore dell’Anatolia.

Manta è una sintesi molto concentrata di eleganza, carattere e riservatezza così tipiche dei popoli e dei cani asiatici…

 

Manta dopo una bella ruzzolata nell'argilla!

 

Queste due che seguono invece sono le foto dei suoi genitori scattate in montagna in tagikistan!

 

Il probabile padre di Manta

 

Probabile mamma di Manta

 

Manta a tre anni e mezzo

 

Manta continuerà la storia del piccolo Allevamento Amatoriale Tagiko.

Se tutto andrà bene, i primi risultati, orientati esclusivamente alla funzionalità ed al lavoro, si potranno vedere in modo concreto già entro il 2012.